
Nello splendido e suggestivo quadriportico della Basilica di Santa Maria Nuova, la sera di sabato 8 si è svolto il Concerto di giugno della banda La Filarmonica, uno degli appuntamenti più attesi della stagione concertistica primaverile ed estiva.

Gli oltre 70 musicanti, sotto la vigile e precisa direzione del Maestro Dario Garegnani, hanno aperto la serata con l’esecuzione del meditativo “Hymne à la Musique” di Serge Lancen, seguito dalla breve introduzione alla serata offerta dal presentatore Giuseppe Comincini.
Motivo ispiratore del concerto è stato il concetto di tradizione e i modi attraverso i quali può essere studiato e rielaborato nel corso del tempo.
Nel cuore stesso della parola tradizione, infatti, è racchiusa anche traduzione proprio perché, ogni volta che si tramanda una tradizione, immancabilmente, ne viene operata una traduzione di lingue, di parole e di suoni.

La voce brillante di Chiara Maganza ha accompagnato i molti presenti nell’arco della serata introducendo con poesie e note biografiche i vari brani dei compositori previsti in programma, così da offrire un concreto terreno di confronto e la possibilità di comprendere quanto sia rimasto dello spirito di musiche scritte in tempi e contesti tanto diversi da quelli odierni.
L’atmosfera festiva di “Music for a Solemnity”, del compositore contemporaneo Jan De Haan, è stato il primo brano in programma, seguito poi da “English Folk Song Suite” di Ralph Vaughan Williams, composta da tre movimenti tutti ispirati al clima allegro e spensierato della musica popolare.
Come terzo brano, la Filarmonica ha eseguito la brillante e frizzante “Danza della Gioventù” tratta dalla Folk Suite di Šostakovič che ha saputo infondere agli spettatori lo spirito giocoso ed esuberante della popolazione russa.
L’atmosfera, in seguito, è nettamente cambiata non appena è stato annunciato l’ultimo pezzo: la Suite tratta dai “Carmina Burana” di Carl Orff.

I Carmina Burana, prima ancora di essere una composizione musicale, sono un fondamentale documento poetico del Medioevo i cui testi sono inframezzati da note morali e didattiche, caratterizzate dalla varietà di lingue adottate e di argomenti trattati.
Orff ha scelto di rivestire ex novo di note i testi scritti secoli prima e ha unito alla chiarezza tonale, al ritmo incisivo e al suggestivo aspetto timbrico, un rimpianto del tempo antico declinato in una personale modernità di accenti.
Tra i pezzi più suggestivi e più noti che sono stati eseguiti, meritano di essere nominati “O fortuna” e “Fortunae plango vulnera” che, insieme a tanti altri, hanno regalato un continuum di colori e ritmi differenti inframezzati dalla voce introduttiva di Chiara Maganza.

Al termine dell’applauditissimo concerto sono intervenuti il presidente della Filarmonica, Alessandro Bagnaschi, e il sindaco, Cesare Nai, che si sono profusi in complimenti per l’alto livello dell’esecuzione, frutto di una associazione che da 173 anni si dedica con passione allo studio della musica e alla ricerca di programmi accattivanti e innovativi.
Nella consapevolezza di voler portare avanti i valori fondanti e tradizionali dell’associazione, i bandisti e il direttore ne operano, consapevolmente e inconsapevolmente, una traduzione che gli consente di declinarli secondo la sensibilità del momento.
Un passaggio, quello da tradizione a traduzione, che, da filo conduttore del concerto, si scopre essere il punto di riferimento costante e linfa vitale dell’attività della Filarmonica.
In conclusione della serata sono stati comunicati i prossimi appuntamenti: giovedì 20 giugno alle ore 21.00, presso il cortile del Castello Visconteo, si esibirà la Big Band della Filarmonica che regalerà ai presenti una serata a ritmo di jazz e blues, infine, domenica 30 giugno, la banda chiuderà la stagione con il tradizionale concerto di San Pietro che si svolgerà, in occasione della festa patronale, alle 21.30 presso l’ex oratorio femminile in via Curioni.
Chiara Magistrelli